L’ingresso di Villa Faraggiana è una porta aperta su un mondo da favola, attraverso colonne e lecci fino all’elegante esedra, che racconta ancora storie di dame e cavalieri. Il Palazzo rappresenta uno dei pochi esempi di barocchetto ligure, mentre il parco segue gli stilemi del giardino all’Italiana i cui disegni si intrecciano su due diversi piani.
Il contrasto tra la macchia di bosco, che ricopre le pendici della collina, e la regolare partizione delle siepi mette ancora più in rilievo l’edificio di color rosso.
La ristrutturazione si è tradotta in un impianto a linee ortogonali, tutte indicate da un preciso centro ottico di riferimento.
I Faraggiana, fondatori di un’azienda agricola modello basata sulla coltura di cereali, viti, olivi e sulla cura del baco da seta (nella seconda cinta muraria e nella piana si coltivavano gelsi), non apportarono modifiche al disegno settecentesco, ma vollero coprire di aiuole a forme irregolari la zona verde antistante il palazzo.
Qui la famiglia introdusse una vasca centrale e piante d’alto fusto, come cedri, magnolie, alberi di canfora, ibiscus, un piccolo agrumeto ed un esemplare notevole di Sofora Iapponica. Degne di nota sono le due peschiere dalle vasche sagomate< delimitate da tritoni e pilastri con mascheroni, su cui si ergono le statue di Bacco e Diana.
Il giardino all’Italiana sottostante il piano di ingresso alla villa rimane invece di recente progettazione da parte del Comune di Novara (1963).