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Villa Montegallo

Villa Montegallo

Osimo (Ancona)

La Villa Montegallo sorge non lontano dal centro storico di Offagna, su un’alta collina che fronteggia e domina il versante interno del monte Conero. 

Il complesso, che si dispiega alla sommità di un crinale collinoso, è costituito da una sequenza di annessi e padiglioni, dalla villa situata al centro della composizione e da un giardino terrazzato. Un bosco cinge l’insieme. 

Il nucleo originario della villa, un edificio di pianta rettangolare, venne fatto erigere all’inizio del Seicento dal cardinale Antonio Maria Gallo. Ma l’insieme fu fortemente trasformato al termine del secolo successivo. La sistemazione della villa come questa oggi si presenta, degli annessi e del giardino vennero probabilmente terminati nel 1792, come ricorda una lapide, apposta sul coronamento della costruzione centrale, la quale insieme a quella data menziona il proprietario dell’epoca: il conte Bernardino Gallo. Autore dell’eccezionale ridisegno del complesso fu Andrea Vici, collaboratore di Luigi Vanvitelli nella costruzione della Reggia di Caserta e in seguito assai attivo fra Roma e le Marche.

Vici ampliò l’originale corpo della villa, aggiungendo agli angoli quattro ali avanzate di forma leggermente concava, e arricchendo la fronte principale con una doppia scalinata a pianta ellittica che le conferisce un’aspetto fortemente scenografico. Sempre del Vici è la singolare sistemazione dell’insieme degli edifici che compongono il complesso. Dopo avere attraversato un bosco di pini e querce, si accede alla zona monumentale attraverso un portale cinto da due bastioni decorativi. Da qui si di’ parte un viale di tigli che segue il crinale del colle e segna l’asse compositivo del complesso, ai lati del quale si dispiega in successione una serie simmetrica di padiglioni. 

La sequenza di costruzioni, congiunta alla regolare alberatura, delimita un cono ottico che prepara la visione centrale della villa e della sua scenografica scalea. Varcato l’accesso al recinto, si incontra dapprima una coppia di edifici in muratura a pianta rettangolare. Quello sulla destra è un caffeaus con interni decorati da Carlo Roncalli e grandi vetrate aperte sulla valle. Gli fa da efficace contrappunto, sul lato sinistro, un romitorio dove attraverso stucchi e dipinti murali, gli interni simulano un ambiente costituito da grotte e rovine fra cui si aggirano frati penitenti.Siamo in presenza di una tebaide dipinta, secondo il gusto introdotto già alla fine del Seicento nel parco di Cetinale a Sovicille nei pressi di Siena; lì il cardinale Flavio Chigi aveva commissionato a Carlo Fontana un grande giardino che fosse anche luogo di penitenza. 

Da quel primo esempio si era diffuso l’uso di avere in villa una stanza destinata alla meditazione e alla preghiera. Seguono al caffeaus e al romitorio in successione due altri padiglioni che contenevano granai e magazzini agricoli e poi ancora due simmetriche costruzioni:a sinistra una cappella di pianta ellittica coperta a cupola e con campaniletto; di fronte a questa un edificio esternamente gemello, ma dagli interni profani fortemente trasformati.Si raggiunge quindi la villa, dove la scalinata addossata alla fronte concava ha al suo centro un vasto portale che dà accesso al piano terra, e permette la visione dello spazio aperto verde retrostante. 

Dalla fronte posteriore dell’edificio scendono infatti tre giardini a terrazza, circolare il primo quadrato il secondo, rettangolare il terzo, articolati lungo un asse rivolto a sud-est, che traguardi in lontananza il mare Adriatico. Il primo livello, alla quota della villa stessa, è cinto da un’esedra di lecci, mentre siepi di bosso, Pur inselvatichite, lasciano intravedere un vivace disegno decorativo di questo piano cir veduta del giardino, molto probabilm alla costruzione dell’edificio, mostra, ii gli attuali lecci, una galleria verde: una gola che delimitava il perimetro del terrazzo al di sotto del piano di questo primo livello è situata una vasta cisterna, fruibile attraverso due pozzi simmetrici.

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