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Villa Ferrari

Villa Ferrari

Via Roma 34/36 Gussola (Cremona)

http://www.villaferrarigussola.com

Il parco di Villa Ferrari saldamente abbracciato alla Villa e, come questa, destinato per secoli all’uso esclusivo dei proprietari e quindi negato alla curiosità dei visitatori esterni, ora viene finalmente svelato. 

L’imponente bananeto (uno dei più importanti del Nord Italia) che rimanda a mondi esotici popolati da palme; gli alberi secolari , le siepi, le aiole fiorite, i roseti diventano l’affascinante scenografia per l’ambientazione di eventi teatrali, cinematografici e televisivi , ricevimenti di nozze, meetings e cerimonie. 

Il giardino, come appare ora ai nostri occhi, è una commistione di stili “all’italiana” e “all’inglese”, voluta dalla sua più affezionata proprietaria, la bella e appassionata botanica Giovanna Ferrari.

Fin dal 1934, arrivata a Gussola, giovane sposa ventiquattrenne di Beppe Ferrari, si dedicò, con sensibilità e passione, al suo ampliamento ed abbellimento.La parte più antica, quella adiacente al Palazzo, si presenta con il classico impianto di giardino all’italiana.Si capisce, dalla lettura di un antico contratto di locazione del 1770, che a quell'epoca la proprietà agricola si fondeva con il giardino padronale vero e proprio, affidato, anch’esso, alle cure del fattore. 

Il fattore doveva, tra l’altro, provvedere, per il periodo della villeggiatura del Conte a Gussola, a somministrare alle cucine del "Palazzo" parte delle verdure provenienti dal campo attiguo, coltivato ad ortaglia; doveva curare le piante da frutto in prossimità del pozzo e della ghiacciaia (quest’ultima serviva per conservare freschi i cibi e i vini pregiati dei Conti Magio); inoltre, doveva preservarne i prelibati frutti, come per esempio quelli delle piante dei peri, così detti ”Inganna Gnocchi”, della “Pomella Rossa”, dei “Pomi Granati”, tutti riservati ad uso esclusivo del Conte Padrone. 

E, al posto del moderno utilizzo di macchine agricole, l'affittuario si sarebbe impegnato a far sì che le “bestie”, pascolando, avrebbero tenuta tosata l’erba dei viali centrali e di quelli situati verso monte del Palazzo, nello stesso tempo curandosi che le stesse bestie non danneggiassero i suoi preziosissimi frutti. 

In seguito Giovanna, aggiunse alla parte più geometrica del giardino all’italiana uno sfondo di romantico giardino all’inglese con grandi spazi aperti a prato e, tutt’intorno al perimetro, arbusti e alberi raggruppati a formare quinte che avrebbero dovuto proteggere da sguardi indiscreti il suo angolo di paradiso. 

Nel 1943 Giovanna e Beppe commissionarono un bellissimo progetto per il rifacimento del parco a uno dei più famosi architetti paesaggisti italiani, Pietro Porcinai, ma, probabilmente, le vicende belliche ne impedirono la realizzazione.

Apertura

Aperto tutto l'anno


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