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Villa La Pieve

Villa La Pieve

Contrada Collevario 11, Macerata (Macerata)

La villa sorge su una collina che domina il versante sinistro del fiume Chienti, ed è situata fra la frazione di Sforzacosta e la città di Macerata. Il giardino contorna la villa con pianta a T, la cui costruzione fu ultimata negli anni Settanta del XVIII secolo.

L’accesso alla villa avviene attraverso un bel viale serpeggiante, cinto da cipressi sagomati in topiaria con effetto colonnare, che attraversa la proprietà agraria. Superato il cancello segnalato da due simmetrici casini classicheggianti, si incontra il primo giardino, rivolto a nord, con aiuole di disegno otto-novecentesco; un secondo giardino di analogo disegno è situato a ovest della villa, a chiusura di una vasta radura erbata cinta da bosco, in passato forse utilizzata quale cavallerizza o area per il gioco. 

Nel bosco adiacente la radura è situato lo spazio aperto rotondeggiante di un teatrino. Alcuni magnifici esemplari di cedro del Libano corredano questa parte dell’area verde. È lungo la pendice fortemente digradante su cui si affaccia la costruzione a meridione che è posto il giardino più interessante del complesso, il quale appare del tutto coevo con il corpo edilizio della villa; è costituito da due successivi terrazzi che si dispiegano al di sotto di un vasto belvedere che si apre sulla fronte posteriore dell’edificio e che offre la vista simultanea del giardino e della campagna sottostante.

Il primo terrazzamento, di dimensione modesta, presenta un lungo camminamento che ha verso il lato interno un muretto che sorregge aiuole inclinate le quali si innalzano sino a raggiungere quasi il piano del belvedere superiore. Al muro, la cui sua sommità è scandita da piccole erme,è addossata una lunga panca in cotto.Alle estremità del camminamento vi sono inoltre due nicchie circolari. 

L’ampio terrazzamento inferiore,integralmente in piano, ha al centro un bacino ellittico, mentre all’intero muro di sostegno del terrazzamento superiore è addossata una limonaia, con tettoia e sportelli, che contiene agrumi in spalliera. Il piano de terrazzamento è poi decorato con piccole aiuole e perimetrato verso valle da un filare di cipressi, recentemente piantati, in sostituzione di quelli antichi distrutti da un incendio, che in passato eranc condotti a topiaria.

Al termine orientale del terrazzo sorge un padiglione con torre che fu eretto ai primi di questo secolo in forme neomedievali; ha il suo contrappunto in une serra con voliera che limita il giardino a occidente.Molto interessante è un roccolo posto in prossimità del cancello della villa. Qui un boschetto di bambù cela l’accesso a una struttura per l’uccellagione, costituita da alberature varie, fra cui primeggiane aceri campestri, al cui centro è una torretta-casine a pianta quadrata, su due piani. Si penetra nel casino attraverso un ponticello che permette l’accesso diretto al piano superiore, dove un tempo s trovava la stanza che ospitava i comandi del roccolo. 

Al di sopra dell’accesso alla torretta una targa, recentemente riprodotta sul modello dell’antica li presente, recita un avvertimento rivolto direttamente ai volatili, precisando con le seguent parole la funzione del luogo: “Guai all’augel che sosta / nel roccolo dei Costa”.La stanza superiore del casino conserva ancora le finiture in legno che inquadravano le feritoie destinate a spiare gli uccelli, mentre nel piano inferiore, che presenta arcature in origine probabilmente aperte, è il locale in cui si mantenevano i richiam vivi e gli attrezzi. I proprietari, i conti Giochi Costa, hanno qui raccolto i pesi in passato utilizzati per tendere le reti usate per l’uccellagione.

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