Castello degli Schiavi
Via Marina, Fiumefreddo (Catania)
Splendido gioiello del barocco rurale siciliano del ‘700, di proprietà della Famiglia Platania, baroni di Santa Lucia. La villa fu costruita tra il 1750 e il 1756, mentre la loggia superiore fra la fine del ‘700 e gli inizi dell’ ‘800.
All’ingresso del castello vi è un maestoso portale di ferro con un arco di pietra lavica raffigurante, al centro, un saraceno dal viso arrabbiato, sormontato da una conchiglia tipica del migliore barocco catanese di quel periodo.
L'arco poggia su due false mensole che stanno come a sostenere i due laterali lavici del portale.
Tutto il portale alterna rettangoli spianati (con una linea chiusa incavata per tutto il perimetro, posta all'interno di questo di 2,5 cm.) con altrettanti aventi una piramide, atipica al vertice, in rialzo.
Appena entrati si viene subito colpiti dalla loggia presente nella sommità del castello, dalle cui aperture stanno “affacciate” le caratteristiche statue dei due mori e dalla quale il padrone delle terre poteva controllare le lavorazioni nei campi.
Il Castello gode di un ampio cortile dove è possibile visitare la chiesetta, anticamente dedita al culto di San Giovanni, edificata nel 1544 da Ferdinando Gravina-Crujllas, così come si legge nella lapide posta all’ingresso.
In seguito, nel 1840 circa, la chiesetta fu dedicata al culto della Madonna della Lettera.
Il Castello degli Schiavi è stato alla ribalta della cinematografia perché luogo scelto da famosi registi che vi hanno girato scene di film: nel 1968 Pier Paolo Pasolini vi girò alcune parti de "L'orgia"; raggiunse la fama mondiale grazie a Francis Ford Coppola che lo preferì per l’ambientazione di scene principali, come l’indimenticabile esplosione della macchina, dopo il matrimonio, de "Il Padrino", capolavoro vincitore dei premi più ambiti dall’Oscar, al Golden Globes, al David di Donatello, sia parte I (1972) che II (1974).